Apre i battenti la 28esima edizione di Xylexpo, la biennale internazionale dedicata alle tecnologie per la lavorazione del legno e per l’industria del mobile. Una edizione certamente complessa, che si svolge nel pieno di una stagione di riflessioni su come dovranno essere le fiere del futuro, ma che avrà anche l’indubitabile vantaggio di svolgersi a poche settimane dalla definizione delle modalità di applicazione dei nuovi provvedimenti legati a “Industria 5.0”. Un luogo prezioso per toccare con mano cosa le aziende produttrici propongono nell’impegno di declinare digitalizzazione e sostenibilità, i criteri che sono alla base della nuova misura a sostegno della “transizione digitale ed energetica” delle imprese.
Una Xylexpo che cambia collocazione temporale, innanzitutto tornando al suo tradizionale calendario di maggio, abbandonato solo per l’edizione 2022, quando la biennale si svolse in ottobre a causa delle problematiche causate anche nei calendari fieristici dalla pandemia di “Covid-19”.
Non solo: per la prima volta la fiera chiude i battenti di venerdì: si terrà dunque da martedì 21 a venerdì 24 maggio, aderendo a consuetudini decisamente più internazionali e preferite da utilizzatori che sempre più spesso scelgono di passare il week end lontano dagli ambienti di lavoro.
Sul fronte dei visitatori gli organizzatori si attendono di avvicinarsi al dato 2022, un risultato al quale contribuì, oltre alla “riapertura” dopo un periodo di assenza dovuta alla già ricordata pandemia, anche alla contemporaneità con la 33.Bimu, il salone delle macchine utensili che indubbiamente veicolò verso Xylexpo un discreto numero di operatori.
A spingere sull’acceleratore di Xylexpo il già ricordato tema di “Industria 5.0”, che ha rafforzato la volontà delle aziende espositrici di cogliere questa occasione per mostrare il meglio delle proprie tecnologie, proponendo di fatto la vetrina tecnologia più aggiornata alla luce dei vantaggi di un provvedimento che darà vantaggi fiscali che potranno addirittura arrivare al 45 per cento del valore dell’investimento. Indubbiamente un motivo convincente che porterà molti imprenditori a valutare con attenzione la possibilità di migliorare ulteriormente il proprio parco macchine.
Se avviciniamo lo sguardo alle imprese presenti i numeri sono di fatto gli stessi, con una leggera flessione di qualche punto percentuale rispetto all’edizione dell’ottobre 2022: nei padiglioni 1 e 3 di FieraMilano-Rho – quelli più vicini a Porta Est e dunque alla rete di trasporti pubblici – saranno presenti 273 espositori, di cui circa il 33 per cento stranieri, su una superficie complessiva di 25.300 metri quadrati, un risultato che conferma la generalizzata tendenza delle aziende, a cui avevamo già assistito nel 2022 e in tutte le edizioni recenti delle fiere di filiera, a ridurre gli spazi occupati.
Una partecipazione estera significativa, che se da un lato ribadisce la qualità, non solo economica, del mercato italiano (che vale oltre un miliardo di euro), dall’altro testimonia il nuovo mix nella classifica dei Paesi più importanti e più “attivi” fra i produttori di tecnologia per la filiera, Cina e Turchia primi fra tutti. Dinamiche che hanno portato a decisioni diverse sul programma collaterale dell’evento, consigliando una maggiore “concretezza” sulla funzione puramente commerciale, di conoscenza e approfondimento tecnico dell’evento.